Tre cani muoiono nel furgone del dipendente del canile a Nantes: i proprietari presentano reclami

Una tragedia a Saint-Herblain, vicino a Nantes, ha sconvolto la Francia: tre cani, Vico, Django e Vicky, sono morti per il caldo all'interno di un furgone appartenente a un impiegato del canile di pensione nel giugno 2025. I loro proprietari, in lutto, hanno presentato delle denunce e ora è in corso un'indagine della polizia.

Tre cani muoiono nel furgone del dipendente del canile

Un errore fatale

Il 14 giugno 2025, quella che doveva essere una giornata di assistenza professionale si è trasformata in un disastro. Un dipendente di un centro di educazione cinofila, che gestisce anche un servizio di imbarco indipendente con il nome Un Brin de Compagnie, ha collocato tre cani del cliente, insieme ai suoi due, all'interno del retro di un piccolo furgone di appena 4 m².

Secondo le denunce, intorno alle 13:30, è scoppiato un temporale e l'uomo ha deciso di confinare gli animali nel veicolo per motivi di sicurezza. Con temperature esterne vicine ai 30°C, il furgone è diventato rapidamente una trappola mortale.

Ore di abbandono

Secondo quanto riferito, il dipendente ha rimosso i suoi due cani circa un'ora dopo, ma ha lasciato all'interno i tre che gli erano stati affidati. Li ha controllati brevemente intorno alle 17:30, poi è tornato solo quasi due ore dopo.

A quel punto era troppo tardi. Due cani avevano già smesso di respirare. I tentativi di rianimazione fallirono e il terzo cane morì più tardi in una clinica veterinaria di emergenza.

Le vittime, Vico, Django e Vicky, una golden retriever, gli erano state affidate con fiducia dalle loro famiglie, che ora chiedono giustizia.

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Dolore, rabbia e azioni legali

L'indignazione si è diffusa rapidamente online. Su Instagram, i proprietari in lutto hanno condiviso una serie di venti post in cui denunciavano la negligenza che è costata la vita ai loro compagni.

Sono state presentate tre denunce ufficiali. La polizia ha aperto un'indagine e il dipendente è stato interrogato.

Éducanine, il centro di addestramento in cui lavorava l'uomo, ha preso pubblicamente le distanze dal caso: «Questi cani erano tenuti in una pensione indipendente, non nel nostro centro», hanno scritto su Facebook. Il direttore del centro ha ammesso la sua disperazione: «La rabbia delle famiglie, capisco. Ma niente di ciò che dico riporterà indietro i cani».

L'uomo stesso è rimasto irraggiungibile dopo la tragedia.

Un campanello d'allarme per il benessere degli animali

Le strazianti morti a Nantes evidenziano i pericoli di lasciare i cani confinati in spazi chiusi e caldi, anche per brevi periodi. Le temperature all'interno di un furgone o di un'auto possono salire ben al di sopra dei livelli esterni, provocando un colpo di calore fatale in pochi minuti.

I difensori della protezione degli animali chiedono ora una supervisione più rigorosa e standard più severi per le strutture di imbarco e il loro personale, per prevenire simili tragedie in futuro.

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